Angina pectoris & Sindromi coronariche acute
Aggiornamento in Medicina
La fosfolipasi A2 secretoria ( sPLA2 ) e la fosfolipasi A2 lipoproteina associata ( Lp-PLA2 ) sono biomarcatori enzimatici di aumentato rischio cardiovascolare e obiettivo terapeutico.
Non è nota la relazione di queste fosfolipasi con gli eventi cardiovascolari nell'ambito di una terapia con statine ad alto dosaggio, rispetto al placebo, nei pazienti con sindrome coronarica acuta.
La concentrazione e attività di sPLA2 e Lp-PLA2 sono state misurate in 2587 pazienti nello studio MIRACL ( Myocardial Ischemia Reduction With Acute Cholesterol Lowering ) al basale e dopo 16 settimane di trattamento con Atorvastatina ( Lipitor, Torvast ) 80 mg/die oppure con placebo.
I livelli basali di concentrazione e le attività di sPLA2 e Lp-PLA2 non sono risultate associate con la misura di efficacia primaria dello studio, rappresentata da mortalità, infarto miocardico o angina instabile.
Tuttavia, nella coorte complessiva, la quantità basale di sPLA2 ha predetto il rischio di morte dopo aggiustamento multivariato ( hazard ratio per un aumento di 2 volte, HR=1.30; P=0.004 ).
Questa associazione è rimasta significativa quando esaminata separatamente nel gruppo placebo, ma non nel gruppo Atorvastatina.
Rispetto al placebo, Atorvastatina ha ridotto la concentrazione mediana di sPLA2 ( -32.1% contro -23.1% ), l'attività di sPLA2 ( -29.5% contro -19.2% ), la concentrazione di Lp-PLA2 ( -35.8% rispetto a -6.2% ) e l'attività di Lp-PLA2 ( -24.3% rispetto a 5.4%, P minore di 0.001 per tutti ).
Atorvastatina ha ridotto il rischio di morte associata a concentrazione e attività elevate di sPLA2 di circa il 50%.
In conclusione, la concentrazione di sPLA2 predice in modo indipendente la mortalità durante un periodo di 16 settimane dopo sindrome coronarica acuta.
Alte dosi di Atorvastatina riducono significativamente concentrazione e attività di sPLA2 e Lp-PLA2 dopo sindrome coronarica acuta e riducono il rischio di morte associato alla concentrazione di sPLA2. ( Xagena2012 )
Ryu SK et al, Circulation 2012; 125: 757-766
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