Angina pectoris & Sindromi coronariche acute
Aggiornamento in Medicina
È stato progettato uno studio per indagare l'impatto prognostico a lungo termine dell'infarto miocardico correlato alla procedura e spontaneo sulla mortalità cardiovascolare nei pazienti con sindrome coronarica acuta senza innalzamento del tratto ST.
Il follow-up a 5 anni dopo infarto miocardico correlato alla procedura o spontaneo è stato studiato nei dati aggregati dei singoli pazienti ottenuti dagli studi FRISC-II ( Fast Revascularization During Instability in Coronary Artery Disease ), ICTUS ( Invasive versus Conservative Treatment in Unstable Coronary Syndromes ) e RITA-3 ( Randomized Intervention Trial of Unstable Angina 3 ) sulla sindrome coronarica senza innalzamento del tratto ST.
L'esito principale era la mortalità cardiovascolare ad un follow-up fino a 5 anni.
Tra i 5.467 pazienti, 212 hanno presentato infarto miocardico correlato alla procedura entro 6 mesi dall'iscrizione.
Un infarto miocardico spontaneo si è verificato in 236 pazienti entro 6 mesi.
Il tasso cumulativo di morte per cause cardiovascolari è stato del 5.2% nei pazienti che hanno manifestato infarto miocardico correlato alla procedura, paragonabile a quello dei pazienti senza infarto miocardico correlato alla procedura ( hazard ratio, HR=0.66, P=0.17).
Nei pazienti che hanno avuto infarto miocardico spontaneo entro 6 mesi, il tasso cumulativo di morte per cause cardiovascolari è stato più alto del 22.2%, rispetto ai pazienti senza infarto miocardico spontaneo ( HR=4.52, P minore di 0.001 ).
Questi hazard ratio non sono cambiati sostanzialmente dopo gli aggiustamenti di rischio.
In conclusione, il follow-up a 5 anni dei pazienti dai tre studi con sindrome coronarica acuta senza innalzamento ST ha mostrato che non c'è associazione tra infarto miocardico correlato alla procedura e mortalità cardiovascolare a lungo termine.
Per contro, c'è stato un aumento sostanziale della mortalità a lungo termine dopo un infarto miocardico spontaneo. ( Xagena20012 )
Damman P et al, Circulation 2012; 125: 568-576
Cardio2012