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NAPc2 ricombinante nei pazienti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento ST

Lo studio ANTHEM-TIMI-32 ha valutato la sicurezza e l’efficacia della proteina c2 anticoagulante del nematode, ricombinante ( rNAPc2 ), nei pazienti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento ST.

NAPc2 è un inibitore del complesso fattore tessutale/fattore VIIIa.

Un totale di 203 pazienti sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto 4:1 a NAPc2 ricombinante per via endovenosa, oppure a placebo ogni 48 ore.

Tutti i pazienti erano trattati con Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ), Eparina non-frazionata o Enoxaparina ( Lovenox / Clexane ) e precoce cateterizzazione.

L’endpoint primario era rappresentato dalla percentuale di sanguinamento.

L’NAPc2 ricombinante non ha aumentato in modo significativo il sanguinamento ( 3.7% versus 2.5%; p=NS ) nonostante un aumento dell’INR ( International Normalized Ratio ) dose-correlato ( trend p minore o uguale a 0.0001 ).

I più alti dosaggi di NAPc2 ricombinante ( maggiore o uguale a 7.5 microg/kg ) hanno soppresso la produzione del frammento della protrombina F1.2, rispetto al placebo, e hanno ridotto l’ischemia in misura maggiore del 50%, rispetto al placebo e ai più bassi dosaggi di NAPc2 ricombinante.

La trombosi correlata alla procedura, richiedente anticoagulante, si è presentata in 5 dei 26 pazienti non trattati con Eparina non-frazionata, ma in nessun paziente nel gruppo in cui è stato utilizzato metà dosaggio di Eparina non-frazionata ( 19% versus 0%; p=0.51 ).

Dallo studio è emerso che nei pazienti con sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento ST trattati con antitrombotici standard ed un approccio invasivo precoce, l’inibizione della cascata della coagulazione con NAPc2 ricombinante è risultata ben tollerata. Dosi di NAPc2 ricombinante maggioro o uguali a 7.5 microg/kg hanno soppresso F1.2 ed hanno ridotto l’ischemia, sebbene l’Eparina sia necessaria per evitale la formazione di trombi correlati alla procedura. ( Xagena2007 )

Giugliano RP et al, J Am Coll Cardiol 2007; 49: 2398-2407


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