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Sindromi coronariche acute ed impiego degli inibitori Gp IIb/IIIa: somministrazione di routine a monte o differita e selettiva ?


Nei pazienti con sindromi coronariche acute a rischio moderato ed alto, sottoposti ad una precoce strategia di intervento invasivo, le attuali lineeguida raccomandano la somministrazione di inibitori della glicoproteina IIb/IIIa ( Gp IIb/IIIa ) a tutti i pazienti prima dell’angiografia o a pazienti selezionati prima dell’angioplastica.

I Ricercatori dello studio ACUITY si sono posti l’obiettivo di definire la strategia ottimale riguardo all’uso degli inibitori Gp IIb/IIIa nei pazienti con sindrome coronarica acuta a moderato-alto rischio, sottoposti ad una precoce strategia invasiva.

Il periodo osservazionale è stato di 30 giorni.

Un totale di 9.207 pazienti sono stati assegnati in modo casuale alla somministrazione a monte di routine degli inibitori della Gp IIb/IIIa ( n= 4605 ) oppure a somministrazione differita e selettiva.

L’outcome primario era rappresentato dalla non inferiorità dell’impiego differito dell’inibitore della Gp IIb/IIIa, rispetto alla somministrazione a monte, nella prevenzione degli eventi ischemici compositi ( morte, infarto miocardico o rivascolarizzazione non pianificata ) a 30 giorni.
End point secondari maggiori comprendevano la non-inferiorità o la superiorità riguardo al sanguinamento maggiore e agli outcome clinici ( ischemia composita o sanguinamento maggiore ).

Gli inibitori della Gp IIb/IIIa sono stati impiegati più frequentemente ( 98.3% versus 55.7%, rispettivamente ) e per una durata significativamente più lunga ( valori mediani, 18.3 versus 13.1 ore; p < 0.001 ) nei pazienti nel gruppo trattato a monte rispetto al gruppo trattato in tempi differiti.

L’ischemia composita a 30 giorni si è presentata nel 7.9% dei pazienti assegnati all’impiego differito contro il 7.1% dei pazienti con somministrazione a monte ( rischio relativo = 1.12; p = 0.044 per la non-inferiorità e p = 0.13 per la superiorità ).

L’impiego in tempi differiti, rispetto all’uso a monte, ha comportato una riduzione a 30 giorni del sanguinamento maggiore ( 4.9% versus 6.1%, rispettivamente; p < 0.01 per la non-inferiorità; p = 0.009 per la superiorità ); gli outcome clinici hanno presentato percentuali simili ( 11.7% versus 11.7; p < 0.001 per la non-inferiorità; p = 0.93 per la superiorità ).

Tra i pazienti con sindromi coronariche acute a moderato-alto rischio, sottoposti a strategia invasiva, la somministrazione selettiva degli inibitori della glicoproteina IIb/IIIa nel laboratorio di caratterizzazione cardiaca, solo a pazienti sottoposti ad intervento coronarico acuto, ha comportato un aumento numerico dell’ischemia composita. ( Xagena2007 )

Stone GW et al, JAMA 2007; 297: 591-602


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