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Strategia invasiva precoce rispetto a strategia invasiva selettiva in donne con sindrome coronarica acuta senza innalzamento-ST


L’obiettivo di uno studio è stato quello di confrontare i benefici e i rischi di una strategia invasiva di routine rispetto a una strategia invasiva selettiva nelle donne con sindrome coronarica acuta senza innalzamento ST.

Un totale di 184 donne sono state assegnate in modo casuale a una strategia invasiva di routine o selettiva come sottoricerca dello studio OASIS 5 e sono state seguite per 2 anni.

È stata eseguita la meta-analisi dei dati di precedenti studi clinici randomizzati.

Non ci sono state differenze significative tra le due strategie di trattamento negli esiti di mortalità, infarto miocardico, ictus ( 21.0 vs 15.4%, HR=1.46 ), nell'esito secondario mortalità, infarto miocardico ( 8.8 vs 14.3%, HR=1.39 ), o negli esiti analizzati separatamente di infarto miocardico ( 12.9 vs 13.3%, HR=0.95 ) o ictus ( 2.3 vs 4.4%, HR=0.67 ).

Tuttavia, c'è stato un numero significativamente maggiore di decessi dopo 1 anno ( 8.8 vs 1.1%, HR=9.01 ) e una maggiore incidenza di sanguinamenti maggiori a 30 giorni ( 8.8 vs 1.1%, HR=11.45 ) nel gruppo di strategia invasiva di routine.

Una meta-analisi che ha incluso 2.692 donne in precedenti studi clinici randomizzati, con una prospettiva di genere, non ha mostrato differenze significative nell'esito composito di mortalità, infarto miocardico ( OR=1.18 ), ma ha mostrato una mortalità più alta con una strategia invasiva di routine per le donne ( OR=1.51 ).

In conclusione, il tasso di mortalità, infarto miocardico, o ictus nelle donne non è risultato differente nelle pazienti trattate con una strategia invasiva di routine rispetto a una strategia invasiva selettiva, ma c'è stata una tendenza verso una maggiore mortalità.

Quando i risultati sono stati combinati con i dati provenienti da studi precedenti, la strategia invasiva precoce nelle donne con sindrome coronarica acuta non è sembrata essere un beneficio, al contrario di quanto si è verificato negli uomini.

Questi dati sottolineano la mancanza di chiare evidenze a favore di una strategia invasiva nelle donne e suggeriscono cautela nell’applicare i risultati degli uomini alle donne. ( Xagena2012 )

Swahn E et al, Eur Heart J 2012; 33: 51-60


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